Alimentazione degli Agapornis (Inseparabili)

 

di Francesa Arcieri ( Frens )

I consigli che seguono, sono finalizzati a dare delle indicazioni riguardo l’alimentazione degli agapornis, in modo da garantire ad essi una buona qualità di vita, essa deve essere il più bilanciata possibile, per consentirgli di vivere una vita lunga e dignitosa.
Andremo a considerare vari alimenti, ritenuti necessari. In primis i semi, in particolare un misto semi bilanciato, che contenga la quantità corretta di proteine, grassi, carboidrati, devono essere presenti dei semi come la scagliola, il miglio, il panico, l’avena, il cartamo, semi di lino, e una piccola percentuale di semi di girasole, che vanno tolti in estate, in quanto sono molto ricchi in grassi e sono utili in piccole quantità nei mesi invernali per la termogenesi, specie se si alleva all’esterno e se gli agapornis hanno i piccoli. Le miscele di semi in commercio, troppo spesso hanno una eccessiva quantità di semi di girasole, che andrebbe diluita, aggiungendo semi più leggeri, oppure l’eccesso andrebbe tolto fisicamente, con un lavoro da “certosino”. Diversamente un’alimentazione troppo ricca in grassi, porta le stesse conseguenze di quelle viste nell’uomo : obesità e diminuzione significativa dell’aspettativa di vita, per i danni al fegato, all’ apparato cardiovascolare, e a un invecchiamento precoce. Per fare un esempio che mi disse tempo fa una veterinaria aviaria, riguardo un agapornis tenuto all’interno che aveva il tempo di sgranchirsi con uscite quotidiane fuori dalla gabbia, disse che al massimo potevo somministrargli 2 semi di girasole al giorno. Infatti, all’apporto energetico per il movimento, concorrono soprattutto i carboidrati, vanno quindi forniti semi più ricchi in carboidrati e che siano poveri in grassi. Per prima cosa quindi bisogna soffermarsi su misti semi bilanciati in questo senso, successivamente occorre valutare anche il contenuto di questi misti;  ovvero sul mercato esistono molti misti “vitaminizzati” che contengono vitamine di sintesi, sottoforma di “palline” colorate, o frutta secca, ecc.. Sarebbe bene evitare questo tipo di misti semi, perché le aggiunte sono inutili se non dannose, e spesso risultano molto costose per il proprietario. Anche perché, come per l’uomo e per gli altri animali, una alimentazione equilibrata, non richiede assolutamente l’uso di integratori, che possono essere anche controproducenti.  Andiamo a definire quale può essere un buon misto semi: abbiamo detto che deve contenere una quantità bilanciata di nutrienti, non deve essere eccessivamente grasso,  inoltre dovrebbe essere anche libero da di prodotti di sintesi o altri additivi, infine, i semi devono essere di qualità, per evitare o ridurre a livelli accettabili i rischi dovuti alle micotossine, come anche quelli dovuti ai pesticidi e loro residui. Ci sono dei misti semi in commercio che rispettano queste caratteristiche, ci sono alcune marche specifiche, come Teurlings o Versele-Laga, con le quali si va sul sicuro, per tutte le caratteristiche viste finora. Ma l’allevatore ha anche la possibilità di farsi da solo la propria miscela, comprando le sementi sfuse dal proprio rivenditore di fiducia. Questa per esempio è una buona miscela:
miglio giallo 33%
miglio bianco 13%
scagliola 16%
avena decorticata 9% (da calare in estate)
cartamo 4%
grano saraceno 4%
risone 3,5%
lino 2%
canapa 2% (da aumentare nel precova ma dopo la deposizione ritornare a questi valori)
sorgo rosso 3,5%
frumento 3%
panico 3%
girasole piccolo striato 4% (nell'allevamento dei pulli ed in inverno in estate calare a 2% ed aumentare la scagliola)
Vediamo che il girasole non è da demonizzare, ma da somministrare in piccole quantità in inverno e nel periodo riproduttivo, mentre è da togliere in estate.
Una parola sugli stick di semi che si vedono nei negozi. Si tratta di prodotti di bassa qualità, trattati con zuccheri e prodotti di qualità altrettanto bassa, è quindi da scoraggiare l’uso abituale, ma un pezzettino saltuariamente può essere concesso, anche se io personalmente preferisco somministrare leccornie più sane e ugualmente appetite (spiga di panico una volta a settimana, corn flakes, gallette di riso, fette biscottate integrali, semi di girasole, pinoli, noci, mandorle, datteri), sempre in piccole quantità e comunque non giornalmente.
Ma una volta trovato un ottimo misto semi e le varie leccornie, queste non sono sufficienti ad assicurare tutti i nutrienti di cui un agapornis ha bisogno. Mancano infatti nutrienti importanti, che sono quelli che derivano dagli ortaggi, dalla frutta, dai legumi e cereali. Per quanto riguarda frutta e verdura, è consigliabile fornire ogni giorno almeno un tipo di frutta o verdura, ovviamente di stagione, meglio se crude. Per abituare i nostri ospiti, possiamo cominciare con alimenti a loro più graditi, che sono la mela, la cicoria, i fichi d’india, la bietola, i broccoli,  le erbe prative (tarassaco, centocchio, piantaggine) , i frutti della piracanta, i semi immaturi, il peperoncino fresco, l’aglio, il sedano, il finocchio, le pepite del melograno, l’anguria,  le ciliegie, centrifugati di frutta e verdura e via dicendo, tenendo conto che i semi di mela e pera hanno una certa tossicità e vanno tolti, nel nocciolo, di ciliegia, prugna, pesca, albicocca, susine e piante appartenenti al genere Prunus, sono contenuti glicosidi cianogenetici, che possono essere molto tossici, così come vanno evitati i rami e le foglie dello stesso genere, che qualcuno potrebbe usare per far divertire i propri agapornis; inoltre il prezzemolo è tossico come anche le cipolle, anche l’avocado, pure il cioccolato, e occorre evitare di somministrare i semi d’uva che potrebbero essere tossici. Al di fuori di queste doverose limitazioni, possiamo proporre di tutto ai nostri agapornis, tra frutta e verdura, ricordando che se un agapornis non è abituato a consumare frutta e verdura, all’inizio non guarderà nemmeno come gli verrà proposta, e non la toccherà, perché si tratta di animali molto abitudinari. Noi dovremo insistere ogni giorno, anche usando alcuni accorgimenti, esempio conficcando semi di girasole, tanto graditi, dentro alla frutta o alla verdura, o facendo ortaggi a pezzettini e poi metterli sopra il cibo che più prediligono. Una cosa da tenere a mente, è che è bene proporre frutta e verdura attraverso le mollette per gabbia apposite che si trovano in commercio, o su “spiedini” di legno, o in ciotole, mai incastrate fra le sbarre della gabbia, che può arrugginire precocemente, rischiando così l’incolumità dei suoi abitanti, o peggio i vegetali possono assimilare i metalli e i componenti delle vernici, e possono verificarsi intossicazioni da metalli. 
Passiamo invece ai cereali (orzo, farro, riso, kamut, ecc), questi in genere vengono forniti cotti o ammollati per una notte, o germinati, e sono parecchio graditi, soprattutto utili durante il periodo delle cove e dello svezzamento dei pulli. Possono essere cotti circa per 45 minuti, seguendo sempre le istruzioni sulla confezione. Per quanto riguarda i legumi secchi, prima della cottura vanno messi a mollo una notte intera, e poi cotti. Utili sono legumi come fagioli, lenticchie e la soia, quest’ultima molto importante per le sue proprietà nutrizionali. La soia va cotta per almeno 3 ore, e in genere i legumi hanno tempi di cottura lunghi, necessari per inattivare una tossina. Possiamo proporre il misto di legumi con i cereali cotti, e magari col cous cous anche (che deve essere privo di lattosio e sale), ammollato nell’acqua di cottura, in modo da fornire proteine di elevata qualità che in parte si trovano disperse nell’acqua e che vengono così assorbite dal cous-cous (molto buona inoltre l’associazione cereali - legumi). Una cosa importante , è la raccomandazione a cuocere tutte le pietanze, senza il sale, che fa male a loro come a noi, ma loro sono più piccoli e quindi anche piccole quantità possono essere deleterie. Nella preparazione del misto di legumi e cereali, ci sono miscele apposite in commerci, denominate “misto per piccioni” che sono idonee per essere cotte e proposte agli agapornis, previo ammollo di una notte. I semi germinati possono essere utili, ma spesso vengono preparati non rispettando tutte le condizioni igieniche, col risultato che si verifica la proliferazione di muffe, che sono molto dannose. Occorre utilizzare un germinatore, oppure ammollare i semi nell’acqua che verrà cambiata 2-3 volte al giorno e i semi risciacquati. L’acqua sarà trattata o con estratti di semi di pompelmo o con amuchina, per scongiurare lo sviluppo di muffe. Cercando in rete, sono descritte varie procedure su come germinare i semi. 
Un altro alimento che è importante in varie fasi di vita è il pastoncino all’uovo: è fondamentale nell’alimentazione dei pulli, nella fase di svezzamento, fino al periodo della prima muta in cui si avrà la colorazione definitiva del soggetto. Può essere utile anche in inverno in piccole quantità, nei soggetti adulti e soprattutto in quelli che vengono tenuti all’aperto tutto l’anno nei mesi freddi, mentre in quelli estivi può essere eliminato e al suo posto possiamo somministrare un misto di cous cous, aglio in polvere (benefico e molto gradito), muesli, riso soffiato. Giustamente il pastoncino deve essere specifico per agapornis, e di ottime marche , per garantire la qualità del prodotto, in commercio sono disponibili e sono meglio rispetto quelli “casalinghi” che possiamo preparare, sia per una maggiore sicurezza igienica, sia per il risparmio di tempo e sia per essere sicuri di avere una miscela che contenga quantità bilanciate di nutrienti. Il pastoncino può essere secco o morbido, di solito gli agapornis preferiscono quello secco, a grana più grossa, che possono comunque inumidire a loro piacimento. Contiene proteine ad alto valore biologico, che sono quelle dell’uovo, anche gamberetti e insetti a volte, vitamine e minerali, va somministrato da quando si mette il nido alla nostra coppia, fino alla deposizione del primo uovo, per poi rimetterlo alla schiusa del primo pullo, questo non deve mai mancare da questo momento in poi, e dovrà essere presente come abbiamo già detto, nello svezzamento fino alla prima muta.
Oltre semi, pastoncino, ortaggi, frutta, legumi e cereali, sono disponibili anche gli estrusi e i pellettati: appaiono simili a delle “crocchette” per cani e gatti, entrambi derivano da farine di cereali aggiunte di vitamine, minerali, fibre e aromi (naturali e di sintesi), assieme a coloranti e conservanti, si forma così un impasto morbido, che poi viene pressato su particolari torni, dandogli la forma desiderata e poi vengono seccati, cotti a diverse temperature, e qui sta una parte della differenza tra estrusi e pellettati, gli estrusi vengono prodotti a temperature maggiori, questo comporta la perdita di una parte di vitamine che vengono aggiunte successivamente alla cotture, i pellettati (o pellets) sono prodotti a temperature più basse, ciò consente di preservare il contenuto vitaminico di partenza, e non è necessario fare alcuna aggiunta di nutrienti dopo la cottura. Per questo motivo, alcuni preferiscono i pellets, asserendo che le materie prime di partenza sono migliori proprio per questo motivo; c’è chi dice anche che gli estrusi danno garanzie maggiori dal punto di vista igienico. L’importante è comunque scegliere prodotti di qualità, il più “naturali” possibili, dove per “naturale” intendiamo quei prodotti possibilmente privi di coloranti, conservanti e altri additivi. Marche ottime di estrusi o pellets sono Zupreem, Roudybush, Pretty Bird, Harrisons’, Versele Laga, che si possono trovare in commercio, o dai veterinari aviari, o su internet in negozi on-line molto seri e affidabili. Gli estrusi e i pellets virtualmente sono degli alimenti completi, ma in realtà una dieta fatta di soli estrusi o pellets, è sconsigliabile tanto quanto una dieta di soli semi, per molti motivi: innanzitutto ancora non è chiarito quello di cui gli agapornis si cibano in natura, e quindi non conosciamo esattamente i loro fabbisogni, questi prodotti sono recenti, e quindi non possono nemmeno essere considerati “totalmente sicuri per la salute se somministrati singolarmente”, questo è un primo motivo, un altro motivo è che abbiamo a che fare con animali vivaci, giocherelloni, che necessitano di molti stimoli, visivi, tattili, gustativi, quindi una dieta fatta di soli estrusi o pellets per loro è molto mortificante, oltre che non priva di rischi. E’ consigliabile, fornire almeno una piccola quantità di semi giornalmente, oltre che frutta e verdura, cereali e legumi cotti. Vediamo quindi che nessun alimento può essere considerato completo, e che i vari alimenti vanno somministrati assieme, al fine di mantenere i nostri beniamini in un buono stato di salute e benessere, fisico e psicologico. Possiamo quindi decidere una dieta composta di semi, frutta, verdura, cereali e legumi cotti, aggiunta o meno di estrusi o pellets, in questo modo per quanto riguarda l’alimentazione dei nostri agapornis, potremmo stare tranquilli che si tratta di una dieta conservativa e anche preventiva, per certi aspetti, e che migliorerà la loro qualità di vita, cosa che mi sembra importante dal momento che quando acquistiamo o ci viene regalato un animale, ne abbiamo la totale responsabilità. Se si vogliono introdurre gli estrusi o i pellets in una alimentazione che prima non li contemplava, occorre procedere per gradi: occorre iniziare ad aggiungere gradualmente gli estrusi o i pellets scelti al cibo abituale, il primo giorno in piccole quantità, poi sempre di più, fino ad invertire le proporzioni estrusi-pellets/semi, questo passaggio deve avere la durata di almeno 2 settimane per non stressare l’animale, e poi, una volta che siamo certi li consumi, predisporremo 2 ciotole nella gabbia: una per gli estrusi o pellets, un’altra per i semi, è meglio mantenerli separati perché spesso mangiano i semi e lasciano gli estrusi, o peggio nel cercare i semi, buttano gli estrusi. Gli estrusi o pellets vanno conservati al fresco e protetti dalla luce, meglio se sottovuoto (ci sono elettrodomestici appositi che fanno il vuoto e che vengono normalmente usati in ambito casalingo) o in vasetti di vetro. Ci sono anche estrusi o pellettati studiati apposta per patologie particolari, in questo caso non si tratta di prodotti che vanno acquistati a cuor leggero facendo autodiagnosi, ma su consiglio e prescrizione del veterinario, così come quelli adatti al periodo riproduttivo.

 


Possiamo parlare di altri alimenti che una persona che si avvicina agli agapornis e ai pappagalli una prima volta, potrebbe pensare di somministrare. Per esempio la carne, sotto qualsiasi forma, nel caso degli agapornis, non va somministrata, le proteine che assumono con un’alimentazione equilibrata sono già sufficienti, e l’eccesso è ovviamente dannoso, giustamente il discorso cambia per i grandi pappagalli, che hanno un fabbisogno proteico e lipidico maggiore. Il latte non va assolutamente somministrato, perché non digeriscono il lattosio, e gli creerebbe dei problemi. I latticini come lo yogurt e i formaggi stagionati, non lo contengono e talvolta una piccola quantità di grana potrebbe anche essere somministrata, ma non è necessaria, è una leccornia, che tra l’altro contiene molto sodio, che per loro è più dannoso che per noi dato che sono molto piccoli; anche lo yogurt può saltuariamente essere somministrato, ma ovviamente deve essere bianco e il più naturale possibile, a volte i veterinari nella somministrazione di medicinali o integratori particolari, consigliano di usare proprio lo yogurt come veicolo. Ovviamente i dolci destinati al consumo umano e le bevande nervine o voluttuarie non vanno somministrate, mi riferisco a cioccolato, panna, creme, caffè, vino, alcolici, cola, aranciata, ecc.. Sembra banale, ma spesso gli agapornis tenuti come pet partecipano anche al pasto e curiosi come sono, possono assaggiare di tutto dalla tavola, e qui i proprietari dovranno essere categorici e mettere in gabbia i loro beniamini per qualche minuto.
Ora occorre anche considerare che molte piante sono tossiche per gli agapornis e anche gli altri animali, quelle purtroppo più rinomate sono l’oleandro, il ficus, il mughetto, ecc, ci sono elenchi abbastanza esaustivi di piante tossiche e non tossiche in rete, e nel dubbio meglio evitare il contatto tra le piante che non conosciamo e i nostri agapornis, e se vogliamo farli divertire, possiamo dargli tranquillamente rametti di salice, ulivo, foglie di papiro, rami di piracanta, che sono atossici.
Altri alimenti utili per i nostri agapornis, sono l’osso di seppia, utile a fine ludico, per limare il becco, per assicurare l’introito di sali minerali e il blocchetto di sali minerali, per gli stessi motivi dell’osso di seppia. Per quanto riguarda invece gli integratori, possiamo dire che in una alimentazione bilanciata, sono inutili e alla peggio, dannosi, possono essere evitati, se non ovviamente prescritti dal veterinario. Alcuni alimenti che in certi periodi possono essere utili, sono i semi di canapa che contengono vit. E per favorire la riproduzione, così come la cicoria. Degli integratori che a volte vengono impiegati, possono essere i Sali minerali liquidi o granulari, che integrano i minerali necessari per la deposizione, da somministrare per breve tempo (max 25 gg) prima della deposizione e allo stesso scopo del calcio gluconato in fiale, di solito una fiala si diluisce in 1 l di acqua. Possono essere utili anche dei fermenti probiotici che hanno una funzione preventiva, o miscele specifiche che proteggono dalle micotossine, che si trovano comunemente nei semi. Ma in ogni caso, non parliamo più di “essenzialità” , piuttosto di sostanze che possono essere somministrate attenendosi alle dosi e alle modalità di impiego che sono “coadiuvanti” per certi aspetti.
Riguardo l’acqua, possiamo dire che gli agapornis bevono poco, soprattutto in un regime alimentare ricco di alimenti freschi. I beverini che si usano, possono essere quelli a sifone classici, in cui però la stragrande maggioranza si divertono ad ammollare il cibo, imputridendo l’acqua, e con la formazione di limo sulle pareti del beverino. Sono per questo preferibili i beverini a goccia, quelli per roditori, in cui l’acqua per forza di cose si mantiene pulita, e per evitare il bloccaggio della pallina, si può aggiungere acido citrico nelle dosi di 1 g per litro di acqua, che oltre a svolgere una funzione anticalcare, è importante anche per mantenere l’intestino degli agapornis in buone condizioni, e riequilibra la flora batterica intestinale. Con l’aggiunta di acido citrico, l’acqua nei beverini a goccia si mantiene diversi giorni, fino a 14 giorni, naturalmente più frequentemente cambieremo l’acqua, meglio sarà, senza acido citrico, si mantiene massimo 2 giorni, ma comunque in questo modo berranno acqua sempre pulita. Gli agapornis si abituano molto facilmente ai beverini a goccia, basta mettere il beverino a goccia senza togliere quello a sifone, per qualche giorno, la loro innata curiosità li spingerà a provare e a quel punto potremo togliere il beverino a sifone con tranquillità. Tra i beverini a goccia, sono senz’altro migliori quelli in vetro, che inibiscono la formazione di muffe e patogeni, ma vanno comunque periodicamente lavati, così come quelli in plastica, con appositi scovolini.

Termino qui il manualetto con la speranza che tutti i consigli non siano sembrati pesanti o impraticabili, ma solo degli accorgimenti per tenere al meglio i nostri pappagalli, che dal momento in cui entrano nelle nostre case, dipendono totalmente da noi, e sta a noi farli stare al meglio.


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7/4/23