FAQ - Agapornis
di Frens e DEDE
1) Che esigenze hanno gli agapornis?
Necessitano di compagnia di un loro simile come minimo, di uno spazio adatto per volare, di cibo adatto , acqua pulita e un luogo pulito.
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2) Che carattere hanno?
Sono animali chiassosi, e fanno molta sporcizia attorno alla gabbia (da qui la necessità di pulire spesso le gabbie e i locali), sono sfrontati, possessivi, territoriali, abitudinari e sospettosi. Sanno essere anche dolci e tenerissimi quando hanno voglia.
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3) Qual è la sistemazione migliore per gli agapornis?
Dal momento che gli agapornis sono pappagalli che volano in orizzontale, sono necessarie gabbie a sviluppo orizzontale e rettangolari, con una lunghezza di almeno 60 cm. Non devono essere rotonde per non disorientare il pappagallo. Naturalmente, maggiore è lo spazio che possiamo dedicargli, meglio è.
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4) Qual è l’ambiente migliore dove tenerli?
L’importante è che sia un ambiente tranquillo, dove non ci siano sbalzi di temperatura e correnti d’aria. Per questo motivo il bagno e la cucina sono posti sconsigliati, soprattutto la cucina, dato che i vapori che si sprigionano dalle pentole antiaderenti sono tossici e mortali per gli agapornis. Deve essere un ambiente luminoso ma la luce preferibilmente non dev’ essere diretta, e deve comunque esserci un luogo in ombra, è importante soprattutto per il periodo estivo.
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5) Posso tenere gli agapornis all’esterno?
Si, purchè vengano ambientati a partire dall’inizio dell’estate e che non siano esposti a correnti dirette, le gabbie devono essere coibentate su 3 lati con del plexiglass e occorre curare l’alimentazione che dovrà essere più calorica, aggiungendo al misto dei semi di girasole e/o mettendo a disposizione il pastoncino e altri alimenti calorici come i datteri, noci, mandorle, nocciole ecc.
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6) Quando gli agapornis raggiungono l’indipendenza?
Lo svezzamento avviene all’età di 2 mesi circa. E’ fortemente sconsigliato per la salute dell’animale prendere agapornis non svezzati. Lo svezzamento a mano è una importante responsabilità, e sono necessari tempo, esperienza, attrezzature e anche soldi per le attrezzature e per la pappa d’imbecco. Inoltre i vantaggi che esso dà rispetto a prendere un piccolo già svezzato sono comunque recuperabili con un po’ di pazienza e di dolcezza, che accostandosi agli agapornis sono comunque necessarie.
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7) Che cos’è l’allevamento a mano (o allo stecco)?
L’allevamento a mano consiste nel prelevare i piccoli pulli a un’età variabile, anche appena nati (ma di solito non oltre il mese di vita) ed imbeccarli con pappe d’imbecco apposite che si trovano in commercio liofilizzate cui va aggiunta dell’acqua calda per la preparazione. Queste possono poi essere somministrate con un cucchiaino o con una siringa, se molto piccoli addirittura col contagocce e poi si passa alla siringa da insulina e successivamente a quella da 5 ml. E’ una pratica rischiosa e impegnativa, che va affrontata con responsabilità e a parere di
alcuni solo in caso di necessità, e comunque da persone esperte e facendosi seguire da un veterinario aviare.
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8) Come devo comportarmi quando un agapornis arriva nel mio allevamento/in casa mia?
Occorre predisporre una gabbia delle caratteristiche che abbiamo detto precedentemente in un luogo tranquillo e adatto. Acqua e cibo ovviamente non devono mancare e va lasciato tranquillo. Se si tratta di un giovane appena svezzato, occorre avere qualche accortezza in più e controllare che mangi e sistemare molti punti di approvvigionamento di cibo, e pastone, spiga di panico, mela e semi cotti o ammollati. Se si tratta di una coppia non mettere il nido prima di un mese, devono prima ambientarsi.
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9) Quali sono gli accessori indispensabili?
Nella gabbia devono esserci delle mangiatoie, che è fortemente consigliato che siano interne, in quanto le esterne le aprono facilmente, qualunque agapornis in breve tempo apprende questo comportamento. I posatoi non devono essere molti per non impedire il volo così come eventuali giochi, meglio se i posatoi sono di legno, e di diametro irregolare, questo aiuta a tenere in esercizio la muscolatura delle zampe. In una gabbia da cova 3 sono sufficienti. Ci vuole il beverino, consigliato quello a goccia, in modo che l’acqua si mantenga sempre pulita anche se va comunque cambiata regolarmente. Indispensabili sono anche l’osso di seppia, il blocchetto di Sali minerali e le mollette di plastica per appendere frutta e verdura. Nella gabbia meglio se è presente il fondo con vassoio estraibile, in modo da facilitare le pulizie e la griglia di fondo, che deve essere regolarmente pulita e disinfettata ancor più del fondo per evitare che si formino incrostazioni che intaccano la griglia e che possono essere un ricettacolo di batteri. Altra cosa importante è la vasca per il bagnetto, che può essere esterno (ma ben fissato alla gabbia e in ogni caso tenuto solo per massimo una mezz’oretta) o interno. Fortemente consigliati sono anche i ganci a molla, attaccati alle porticine e anche in corrispondenza del fondo estraibile per evitare fughe.
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10) Qual è l’alimentazione più idonea?
Una dieta varia ed equilibrata comprende: misto semi bilanciato , pellettati od estrusi (in questo caso si consiglia per evitare sprechi di denaro di fornire pellettati o estrusi di base e piccole quantità di semi, un cucchiaio circa a soggetto al giorno), frutta, verdura, semi cotti e ammollati. Leccornie di tanto in tanto come savoiardi, datteri, uva sultanina, corn flakes, muesli, fette biscottate, ecc.
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11) Un agapornis può vivere da solo?
Assolutamente no. Gli agapornis sono animali gregari che necessitano di contatto con i loro simili. Anche se si riesce a dedicare al nostro amico 24 ore su 24, comunque la situazione di isolamento in cui si trova finirà per farlo andare in depressione e ad assumere atteggiamenti di autolesionismo. Non è necessario che si riproducano, e che quindi gli venga necessariamente affiancato un compagno di sesso opposto, può anche essere dello stesso sesso (anche se sconsigliamo di tenere assieme 2 femmine perché molto territoriali e possono anche farsi molto male, ma ci sono casi in cui anche 2 femmine vanno d’amore e d’accordo).
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12) Riguardo pulizia ed igiene, come devo comportarmi?
Certamente se si hanno gabbie con le griglie di fondo è bene spazzolare spesso le griglie e poi disinfettarle con prodotti specifici, per evitare la formazione di incrostazioni e di ruggine, che oltre ad essere poco belle esteticamente, possono essere un rifugio per gli agenti patogeni. Nel caso in cui si hanno le griglie di fondo, come lettiera si possono usare anche comuni fogli di giornale o pubblicitari, che vanno rinnovati spesso, oppure tutolo di mais depolverizzato e senza aromi, o ancora dei pellets che si usano per le stufe, avendo cura comunque di rinnovare il fondo spesso e cambiarlo completamente ogni 10-14 giorni, oltre a lavarlo regolarmente. Se non sono presenti le griglie di fondo, è d’obbligo usare il tutolo, o i pellets citati, o anche la seppiolite, e rinnovare ancora più spesso il fondo stesso. Nel locale d’allevamento o dove teniamo la nostra coppietta, è importantissimo il ricircolo d’aria che diluisce patogeni e la polvere che può essere dannosa, e spazzare regolarmente, oltre a passare lo straccio, con prodotti detergenti e disinfettanti oppure anche con la vaporella.
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13) E per la cura del piumaggio?
E’ importante una corretta alimentazione, che va arricchita nel periodo della prima muta (tra i 4 e 8 mesi) di amminoacidi solforati che entrano nella costituzione di penne e piume. Fondamentale anche il bagnetto che può essere fornito 3 volte a settimana o anche tutti i giorni specialmente in estate anche se per breve periodo. Nell’acqua si può aggiungere del bicarbonato o dell’aceto di mele che rendono brillante il piumaggio.
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14) Quanto dormono gli agapornis?
Come quasi tutti i pappagalli, dormono almeno 10 ore a notte, che si sommano ai vari pisolini nelle ore diurne. Quindi che dormano spesso non deve preoccupare, purchè siano vispi e attivi nelle restanti ore.
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15) Gli aga per dormire hanno bisogno del nido?
Il nido è necessario esclusivamente durante il periodo riproduttivo, per la cova e lo svezzamento dei pulli, una volta terminata questa fase, non è di alcuna utilità perchè gli uccelli svezzati si abituano a dormire sui posatoi o sul fondo della gabbia piuttosto che nel nido che è tipico dei pulli o giovani non ancora svezzati. Tra l'altro il nido prima dell'età risproduttiva, specialmente ad una femmina momentaneamente da sola o a una coppia ancora immatura, può stimolarli precocemente alla riproduzione con rischi gravissimi per la femmina (ritenzione dell'uovo) , ma anche per il maschio che può non essere ancora pronto es essere attaccato dalla femmina.
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16) Quali sono le specie soggette regolamentate da CITES?
Le specie protette dalla CITES sono tutte quelle del genere Agapornis (Fischer, Personatus, Nigrigenis,Taranta, Canus, Pullarius e Lilianae)escludendo la specie Roseicollis.
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17) Cosa devo fare per detenere un soggetto protetto da CITES?
Nulla, basta che il soggetto acquistato abbia il documento di cessione in cui siano indicati i seguenti dati:
- numero di protocollo;
- data di nascita;
- ufficio referente per la CITES;
- numero del marcaggio attraverso anello inamovibile;
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18) Nel caso la mia coppia soggetta a CITES si riproduca come devo comportarmi?
Innanzitutto prima di metterli in riproduzione è opportuno assicurarsi di essere in possesso di un anello inamovibile di misure adeguate con marcaggio (reperibile presso associazioni ornitologiche, affiliandosi ad esse oppure facendoseli produrre da aziende specializzate). In seguito alla nascita dei pulli entro e non oltre il 10 giorno di vita del pullo è opportuno mandare all'ufficio CITES competente per il vostro territorio, la denuncia di nascita, compilando l'apposito modulo, indicando il numero dei soggetti, la data di nascita, il numero del marcaggio, il genere e la specie trattata ed il nome in italiano. In seguito avrete una ricevuta in cui saranno indicati gli estremi relativi alla documentazione CITES per i vostri soggetti ed in particolare:
- numero di protocollo;
- data di nascita;
- numero di marcaggio;
Nel caso si decida di partecipare a manifestazioni ornitologiche è necessario anche il registro di detenzione.
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19) Quindi mi attengo alle informazioni indicate da voi e posso ritenermi regolare per detenere soggetti protetti da CITES?
In linea di massima sì, però è opportuno ricordare che gli uffici CITES dislocati nella penisola, possono avere delle interpretazioni legislative leggermente diverse, così da dover apportare piccoli cambiamenti a ciò che è stato detto precedentemente, è quindi opportuno informarsi presso il proprio ufficio CITES territoriale.
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20) Qual è l’età adatta per la riproduzione degli agapornis?
Gli agapornis raggiungono la maturità sessuale anche a 6 mesi, tuttavia per la loro salute è bene aspettare l’anno di età. Infatti mettendo il nido precocemente li si induce ad andare in estro prima del tempo, la femmina potrebbe andare incontro alla ritenzione dell’uovo, che può anche portarla alla morte, e può attaccare il maschio perché magari ancora non è pronto alla riproduzione.
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21) Cosa fare se la femmina va incontro alla ritenzione dell’uovo?
Sarebbe comunque meglio chiamare il veterinario aviare di fiducia e allertarlo, successivamente potrebbe essere necessario un suo intervento per la espulsione dell’uovo. Intanto possiamo agire tenendo la femmina al caldo, immergere la cloaca in acqua calda per togliere i residui di feci seccati e rilassare l’ovidutto e la stessa cloaca. Successivamente si può esporre la cloaca al vapore (senza ustionarla) e lubrificare l’area con olio di vaselina, cercando di massaggiarle l’addome per favorire l’espulsione dell’uovo. Queste azioni possono essere ripetute ciclicamente anche per 4-5 volte, se l’uovo viene espulso, è bene con un cotton fiock e betadine disinfettare la zona e poi, se si verifica il prolasso, cercare di far rientrare la cloaca con lo stesso cotton-fiock. E’ bene anche somministrare calcio gluconato nel beverino (1 fiala x litro d’acqua) e qualche goccia direttamente nel becco, sia per rimpinguare il calcio perso, ma anche per favorire la contrazione della muscolatura cloacale e favorire così l’espulsione dell’uovo. Una volta rientrata l’emergenza, se possibile, è bene sempre farla controllare al veterinario. Nel caso in cui i tentativi sopra citati si rendessero infruttuosi, è bene far intervenire velocemente il veterinario aviare.
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22) Come riconosco se la mia femmina soffre di ritenzione dell’uovo?
Dal momento che la femmina è in procinto di deporre, qualche giorno prima, si noterà a livello cloacale un rigonfiamento, che aumenterà sempre più di dimensioni. Quando la forma dell’uovo sarà netta, si può tastare l’area, se viene avvertita come dura, occorre tener presente che la deposizione deve avvenire entro le 24-massimo 48 ore. Se ciò non avviene e vedete la femmina impallonata e apatica sul fondo, col piumaggio scomposto e sofferente, è bene intervenire come sopra.
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23) Come faccio a sapere se ho una coppia eterosessuale o a sapere se il mio aga è maschio o femmina?
A meno che nel nido ci siano pulli o uova feconde o la coppia abbia riprodotto precedentemente o che entrambi gli esemplari provengano da coppia sesso legata. Diversamente, poiché gli agapornis non presentano dimorfismo sessuale, i metodi affidabili sono solo 2: il sessaggio chirurgico o quello molecolare.
Che cos’è il “sessaggio”?
E’ una metodica attraverso la quale si determina con elevatissima accuratezza, per non dire con certezza (dato che abbiamo un margine di errore circa dell’1%) il sesso degli uccelli. Può essere appunto fatto attraverso un intervento chirurgico (sessaggio chirurgico) in cui si osservano gli organi riproduttivi e non solo, oppure estraendo il dna attraverso le piume o il sangue (sessaggio molecolare) e poi sottoposto a indagini di laboratorio che permettono la distinzione tra dna maschile e dna femminile. (per approfondimenti ci sono vari topic in rilievo e anche un articolo nella home)
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24) Se acquisto una coppia eterosessuale, posso mettere loro il nido subito?
E’ buona norma attendere almeno un mese di ambientamento senza il nido, devono sentirsi sicuri del posto e anche dell’allevatore, se mettessimo il nido subito, vi si rifugerebbero dentro appena ci vedono, e non avrebbero il tempo di affiatarsi come si deve, rischiando così di avere delle uova non feconde.
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25) Il nido come deve essere?
Deve essere in legno, a sviluppo orizzontale, preferibilmente a doppia camera per le specie di occhio cerchiati, di dimensioni minimo 25*20*20h.
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26) Dal momento che metto il nido, come devo comportarmi?
E’ bene, per rendere più rapido e semplice il lavoro dei nostri beniamini, mettere nel nido uno strato di circa 2.3 cm di tutolo di mais non profumato ma neutro, o pellets, o trucioli non profumati e fornire dei rametti di salice o di altre piante non tossiche (trovate l’elenco nella home agapornis.it), compresi di foglie. Ci penseranno loro a lavorare i rametti e sistemare il nido. A questo proposito le femmine di roseicollis portano il materiale per il nido infilandoselo tra le piume del codrione, mentre le femmine delle altre specie lo portano soprattutto con il becco. Oltre a fornire tutto il materiale, si può iniziare a fornire il pastoncino, che verrà tolto alla deposizione del primo uovo e poi rimesso alla schiusa. E’ molto importante che vengano lasciati tranquilli.
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27) Quando avviene l’accoppiamento e la deposizione delle uova?
Di solito gli agapornis si accoppiano durante la preparazione del nido, ma non è una regola fissa, possono accoppiarsi anche in assenza di nido. Gli accoppiamenti in ogni caso continuano fino alla deposizione dell’ultimo uovo. Le uova vengono deposte circa una settimana o 2 dagli accoppiamenti anche se neppure in questo caso c’è una regola fissa.
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28) Qual è il momento migliore per farli riprodurre?
In linea di massima il periodo della riproduzione va da settembre fino a maggio, in estate si sconsiglia di farli riprodurre perché con il caldo si facilita la proliferazione di insetti e patogeni che trovano nel nido il microclima ideale, e anche perché dentro al nido la temperatura è molto più elevata rispetto all’esterno e questo può portare anche alla morte i genitori e i pulli. Certo questa è una considerazione che è valida appunto in linea di massima, e che non considera le eccezioni, come zone geografiche in cui le temperature nella stagione fredda sono particolarmente rigide, o comunque condizioni ambientali particolari (es montagna)
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29) Quante cove può fare in un anno una coppia?
Il numero massimo, che non deve essere superato per la salute dei genitori, è di 2 all’anno, che possono anche essere consecutive, ma che comunque non deve essere superato.
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30) E il periodo di riposo?
Dato che il numero massimo di cove è di 2 all’anno, e che all’incirca una covata richiede un periodo di 3 mesi, si evince che il periodo di riposo minimo deve essere di 6 mesi (es. da settembre a marzo: riproduzione, e da marzo al settembre successivo: riposo), anche se , se possibile, un anno di riposo dopo 2 cove consecutive, sarebbe ottimale.
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31) Quante uova fanno gli agapornis e con quale frequenza?
Di solito depongono un numero di uova che varia da 3 fino a 6, ma ci sono anche casi eccezionali, in cui si è arrivati fino a 9 uova. Queste vengono deposte a giorni alterni (se la coppia fa un uovo tutti i giorni significa che purtroppo abbiamo 2 femmine)
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32) Una volta deposte le uova, come faccio a sapere se sono feconde?
Dopo circa 6 giorni dall’inizio della cova di ciascun uovo, si può eseguire la cosiddetta “speratura delle uova”, di cui ampiamente si parla in un topic in rilievo nella sezione “Riproduzione” ed “Allevamento”.
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33) Devo assumere altre precauzioni particolari?
Basta fornire il salice o altro materiale d’imbottitura e il bagnetto a giorni alterni o quotidianamente.
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34) Quanto dura la cova?
La cova ha una durata di 23 giorni, e in genere inizia dal secondo uovo, anche se può iniziare a volte anche dal primo o dal terzo uovo. Chiaramente se inizia dal secondo uovo, i primi 2 pulli nasceranno praticamente assieme, e gli altri a scalare a giorni alterni, dopo 23 giorni, allo stesso modo di come le uova sono state deposte.
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35) Quando i piccoli nascono, come devo comportarmi?
Occorre mettere a disposizione il pastoncino per agapornis, i semi cotti o germinati o ammollati, e controllare che il cibo non manchi mai. E’ bene fare dei controlli sui piccoli, almeno 2 volte al giorno e per il resto ci si può comportare come sempre , anche pulire la gabbia, anche se non in maniera troppo invasiva. Una volta terminate le operazioni ordinari e di controllo dei piccoli è però bene lasciarli tranquilli.
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36) Di solito i genitori riescono a nutrire e svezzare tutti i piccoli?
Questo dipende dal numero dei piccoli, fino ai 4 in genere non incontrano problemi, anche se bisogna tener d’occhio che i più piccoli siano alimentati e occorre anche evitare che vengano schiacciati dai più grandi. Eventualmente in covate numerose, si può imbeccare con la formula qualche giorno i più piccoli, quel tanto
che basta per farli crescere rapidamente e abbiano la forza necessaria a non farsi schiacciare troppo dai fratelli e di chiedere l’imbeccata.
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37) Devo sempre fornire il salice o altro materiale per l’imbottitura?
Si, questo è utile perché in questo modo i genitori manterranno il nido pulito sostituendo il materiale sporco con quello pulito e inoltre si distraggono, evitando anche possibili episodi di pica da parte dei genitori.
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38) E se le uova non si schiudono entro il termine calcolato?
Se sono piene, a volte capita che ci siano dei leggeri ritardi rispetto la data prevista, questo perché il periodo di 23 giorni è comunque indicativo. Ciò nonostante, se anche l’ultimo uovo non schiude entro 7 giorni dalla data prevista, è bene inviare le uova integre (anche solo un paio) al veterinario aviare. Quasi certamente si tratta di una infezione batterica che ha reso i pulli troppo deboli per rompere il guscio, che gli hanno trasmesso i genitori, i quali sono asintomatici. Tutto si risolve con colture in terreni di coltura e antibiogramma e una cura con il farmaco giusto.
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39) Oltre a infezioni batteriche, possono esserci altre cause?
Spesso in queste situazioni si sente dire che le uova non si sono schiuse per “mancanza d’umidità”, tralasciando il fatto che nel nido l’umidità è molto superiore all’ambiente esterno, perché è un luogo chiuso dove tra l’altro si trovano le deiezioni dei genitori e inoltre gli agapornis sanno benissimo come creare l’umidità corretta nel nido, anche in assenza di bagnetto. Questa evenienza quindi è davvero molto remota. Può essere invece che benché le uova siano feconde non schiudano magari perché la femmina inesperta abbandona la cova, e in questo caso ovviamente le infezioni non c’entrano.
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40) Se invece i pulli muoiono?
Bisogna cercare di capire se muoiono col gozzo pieno o vuoto. Nel primo caso si tratta sicuramente di una situazione patologica, e quindi occorre fare accertamenti dal veterinario aviare, con una autopsia del pullo e/o esame sui riproduttori. Nel secondo caso, può essere dovuto all’inesperienza dei genitori, ma nella maggior parte dei casi la causa è sempre da ricercare in infezioni che rendono i pulli troppo deboli da chiedere l’imbeccata, e quindi soccombono. Anche in questo caso per risolvere il problema, occorre contattare il veterinario.
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41) Quando le uova sono deposte, posso numerarle?
E’ possibile farlo con pennarelli ad acqua, eye-liner, matita per occhi, o con una matita morbida e poco appuntita.
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42) Posso mettere delle uova di una coppia sotto un’altra?
Si può fare purchè ovviamente anche la coppia-balia sia in cova e abbia comunque le uova che schiudano nello stesso periodo, e queste ultime devono essere poche, altrimenti i genitori avranno serie difficoltà a seguire tutti i piccoli.
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43) Posso mettere dei piccoli nati nel nido di un’altra coppia?
Si può fare tenendo presente la risposta precedente: in questo caso i pulli della coppia balia devono avere all’incirca la stessa età dei primi e devono essere pochi. O addirittura si possono dare dei piccoli a balia a coppie con uova bianche.
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44) Cosa fare se i genitori strappano le piume e penne ai piccoli?
Questo fenomeno è anche detto “pica”. Purtroppo le cause sono ancora ignote, c’è chi parla di carenze alimentari, chi di stress o altro. Sicuramente non si trasmette da genitori in figli, ed è recidivante: una volta che iniziano, in genere non smettono più, e anzi col passare del tempo la cosa peggiora. In caso di pica, se leggera, i piccoli possono essere lasciati nel nido coi genitori fino allo svezzamento. Se invece intaccano le remiganti o le timoniere oppure fanno ferite ai piccoli (che possono essere mortali) è bene intervenire: occorre capire il genitore che pica, e se è uno solo, si possono separare i genitori e lasciare i piccoli con quello che non li pica; un’altra soluzione può essere quella di mettere i piccoli a balia (seguendo le indicazioni precedenti) o ancora mettere i piccoli in un nido fatto di sbarre, in modo che i genitori possano nutrirli ma non picarli. Nel caso queste alternative non siano possibili, sarà necessario procedere con l’allevamento a mano dei piccoli. Per il futuro poi si dovrà decidere se escludere dalla riproduzione la coppia, o mettere sistematicamente a balia i piccoli.
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45) Se i genitori ridepongono come posso fare?
Se si tratta della seconda cova consecutiva si possono tranquillamente lasciar fare, prestando attenzione che non picchino i piccoli della cova precedente che vorrebbero rientrare nel nido, alcuni genitori sono tolleranti, altri invece non vogliono i piccoli nel nido quando hanno già le nuove uova, ma in genere dopo qualche piccola beccata i novelli capiscono che devono tenersi fuori dal nido. Nel caso in cui i genitori si mostrassero violenti coi piccoli, è possibile dividere la gabbia mettendo da una parte i piccoli e dall’altra i genitori, in modo che il padre possa comunque nutrirli attraverso le sbarre. In questo periodo occorre tenere i piccoli sotto osservazione, per evitare che s’indeboliscano e muoiano. Nel caso invece abbiano già fatto 2 cove (consecutive o no) per evitare un’un ulteriore deposizione, si può togliere il nido al compimento del 35° giorno del pullo più piccolo e lasciare i piccoli coi genitori il più possibile nel caso facessero comunque le uova, basta toglierle e sarà meglio somministrare alla femmina una integrazione di calcio gluconato.
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46) Fino a quando posso lasciare i piccoli coi genitori?
I piccoli come abbiamo già detto sono svezzati a 60 giorni, ma questo è un valore medio, alcuni sono autonomi prima, altri dopo. La regola generale sarebbe quindi quella di tenerli coi genitori il più a lungo possibile, anche fino ai 3 mesi, finché i genitori non mostrano segni di insofferenza nei confronti dei piccoli, e comunque i primi giorni lontani dai genitori, vanno tenuti d’occhio e ci vogliono attenzioni particolari per quanto riguarda l’alimentazione: mangiatoie piene di semi, pastoncino, semi germinati, ammollati e panico in vari punti della gabbia.
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